top of page
03-Fiumicelle-Header.webp

LE FIUMICELLE - LAORCA VIA RAMELLO

“Fiumicelle” è il nome che fin dal medioevo è stato dato ai canali artificiali che derivavano l'acqua del Gerenzone verso i campi o verso le attività produttive (ruote e turbine); le Fiumicelle erano delimitate da muretti e dotate di numerose chiuse o paratie di regolazione del flusso, alcune delle quali sono visibili ancora oggi. La zona di Laorca dove arriva la Via Ramello è quella che conserva maggiori evidenze di questi antichi manufatti industriali. In un breve tratto di fiume infatti, si osservano e si contano ancora 4 fiumicelle e 6 chiuse/paratie, alcune in metallo, altre in legno di castagno e sono in cattivo stato di conservazione.

02 Mappa.webp

Tramite una di queste Fiumicelle, l’acqua raggiungeva un lavatoio e di seguito azionava le ruote idrauliche a servizio degli opifici. In tempi più antichi, l’acqua serviva ad azionare anche i macchinari delle filande e delle attività connesse alla lavorazione della seta. In seguito la lavorazione del ferro prese il sopravvento e l’acqua azionava le medesime ruote a beneficio però di impianti meccanici come i magli e le trafile.

L’acqua utilizzata come forza motrice veniva poi restituita al fiume più avanti, dai troppo pieni delle vasche di accumulo, attraverso altre fiumicelle, per assicurare la risorsa alle utenze successive lungo il fiume. La restituzione al fiume della preziosa risorsa era fondamentale per garantire la disponibilità anche a coloro che lavoravano più a valle.  

03 4 FOTO FIUMICELLE 4 a b.webp
03 4 FOTO FIUMICELLE 4 c d.webp

Oggi le fiumicelle dell’area di Laorca si trovano in stato di abbandono, senza più il flusso d’acqua, e vengono invase e circondate dai rovi. Al momento solo l’intervento dei residenti o di altri cittadini volontari permette di mantenere in buono stato i muretti e le paratie, che richiederebbero una manutenzione più attenta e regolare.

04 TESTI STORICI.webp

IL MAGLIO ALL’INTERNO DI UNA FUCINA

L'interno di una fucina era solitamente costituito da un unico ampio stanzone a pianta rettangolare, senza piani intermedi, chiuso in alto da un tetto a doppio spiovente, sostenuto da capriate in legno. Le aperture nelle pareti e gli abbaini nel tetto avevano la funzione, più che di fare entrare la luce, di far uscire i fumi e le esalazioni prodotti dal forno per il riscaldamento del metallo.

 

I due "oggetti" che occupano lo spazio e costituiscono il centro dell'attività erano il forno o focolare ed il maglio. Quest'ultimo era collegato con la grande ruota a pale sita all'esterno dell'edificio che veniva messa in moto dall'acqua del canale. 

Il maglio consiste in un grande martello (maglio deriva dal latino malleus cioè martello), formato da un manico in legno (con lunghezze variabili da 2 a 5 metri a seconda del tipo e della funzione) sulla cui estremità è inserita una mazza battente in ferro; tale mazza, che può avere un peso variabile da alcune decine di chilogrammi fino a due tre quintali, veniva chiamata, per una vaga rassomiglianza, testa d'asino. Si trattava di un rettangolo isoscele, vuoto al centro, con la base maggiore ricurva, mentre la base minore presenta un incavo rettangolare per l'inserimento della bocca sagomata a seconda delle lavorazioni.

La testa d'asino può essere sfilata dal manico e sostituita, essendo fissata su di esso grazie a cunei in metallo.

Notizie storico-critiche, F. Piardi (1989)

05 4 FOTO DEL MAGLIO.webp
06 illustrazione BONUS diario di flo vedi se sta bene o no.webp
07 illustrazione bonus se sta bene.webp
02-Footer-Fiumicelle.webp
Footer prova 06 (1).jpg
Logo officina Gerenzone.png
Legambiente orizzontale.png

Progetto realizzato da:

Contatti

  • Facebook
  • YouTube
bottom of page